Longa è a jurnata

Un luogo angusto. Un basso, una cantina, un seminterrato alla fine degli anni ‘70. Unico rifugio e spazio condiviso per due uomini legati da una antica amicizia, impegnati a sopravvivere, a rimandare di giorno in giorno l’inevitabile.
Vanni vive quasi da recluso, da quando un incidente sul lavoro lo ha reso infermo ad un braccio. Eppure sogna, con pura ingenuità. Di tornare a lavoro, a una vita migliore. Di andare al mare e di catturare u surici, il topolino invisibile, ma continuamente evocato da qualsiasi rumore.

Peppi passa da precario da un piccolo lavoro a un altro, ma senza riuscire a sbarcare il lunario.
Un giorno il cerchio intorno a loro sembra stringersi più in fretta del solito, e anche le ultime risorse paiono consumarsi come le candele accese a compensare la mancanza improvvisa della luce elettrica.

Non c’è più tempo per rimandare l’ultimo decisivo, in un senso o nell’altro, tentativo di riscatto.
Tutto in un giorno, l’ultimo lungo interminabile giorno.

• Finalista Premio Riccione per il Teatro 2005