La I edizione di Epic festival si è conclusa.
Finite le poesie, la musica, le parole degli attori. Attraversiamo quei posti che hanno accolto gli spettacoli. Piccoli angoli dimenticati. E non ci sembrano vuoti. Anche nel silenzio i suoni girano nell’aria, l’emozione resta.
Bova è lì dove l’abbiamo lasciata, eppure viaggia insieme a noi. Dentro di noi.
Grazie a tutti quelli che hanno contribuito. Grazie alla comunità bovese per averci fatto sentire a casa. Grazie all’Amministrazione Comunale per il supporto e alla Regione Calabria per il sostegno che ci hanno consentito questo piccolo grande viaggio.
Al prossimo anno.
![Mana Chuma Teatro](https://manachumateatro.it/wp-content/uploads/2021/09/spine-news-edited-scaled.jpg)
Con il mare nella pancia per spegnere un incendio già spento da giorni mesi anni che tanto dopo ricomincia, ad agosto è sempre così. Come per un desiderio di creare un mare nuovo nelle montagne, per non farlo più appiccare questo fuoco. Quando abbiamo deciso di organizzare il festival, Bova è stata l’unica scelta. Tutto ciò che viene dopo, si adagia qui, a mille metri, in questo paese dove una locomotiva a vapore ferma in piazza ci ricorda il viaggio. Bova è un camminare a naso in su, uno scendere e salire. È un perdersi come da bambino. È un centro della memoria. Ci ricorda chi siamo. Ci obbliga a continuare a camminare. I luoghi sono struggenti nella loro bellezza. Un qualcosa di arcaico, di aspro. Il festival è forse stato questo: un ritrovarsi, un ritrovare un tempo, un rincontrarsi.