Mana Chuma a Reggio Emilia

Quanto resta della notte
Di e con Salvatore Arena

Evento inaugurale della stagione PHOS HILARON promossa dalla Casa Madonna dell’Uliveto e dall’Istituto Diocesano di musica e Liturgia Don Luigi Guglielmi di Reggio Emilia.

30 ottobre ore 18
alla Chiesa S Maria dell’Oliveto
annessa all’Hospice Casa Madonna dell’Uliveto
Albinea RE
Frazione di Montericco
Entrata libera

Quanto resta della notte è un pugno. Un pugno preciso, pulito, ben assestato.. Un dramma familiare fra figlio e madre. Un grido sordo, per chi resta e per chi invece non può restare ancora. Una sedia, un attore, il resto è vita e non.
“Ed io in quel tempo non avevo fame, i giorni passavano, i mesi si accumulavano e gli anni non avevano colore. […] Ed io in quel tempo non avevo sete. E le parole nella bocca erano sabbia che si incastravano e non uscivano. E tutto quello che accadeva al mondo non mi riguardava. Io in quel tempo non avevo sonno.[…] Io ero nella pioggia e mi bagnavo, la ferita sanguinava ed io non rispondevo al suo lamento. Questo io ero in quel tempo dentro.”

“Arena non racconta, è protagonista di un percorso nell’anima, di un viaggio indietro nel tempo, per mettere ordine nei ricordi, per comprendere cosa sia stata la sua vita, alla ricerca di un perdono che, prima che da parte degli altri, deve nascere da se stesso.” Paola BENAVOLI

“Un ritorno necessario alle origini, un perdersi per ritrovarsi, un Ulisse che torna nella sua Itaca e la trova cambiata perché capisce come i suoi ricordi siano frutto di rimozioni, di spostamenti che la sua mente ha messo in atto per salvarlo dal senso di colpa che lo avrebbe distrutto, schiacciato, portato a fondo.” Tommaso CHIMENTI

Foto Marco Costantino

Spine
il 6 novembre
Ore 20
Caffè Letterario Binario49
Via Turri 49
Reggio Emilia

Biglietto 20 € – include degustazione salumi e vino
Su prenotazione – +39 347 289 7440
info@b49.it
https://b49.it/

Testo: Salvatore Arena e Massimo Barilla
Regia: Salvatore Arena e Massimo Barilla
Con Stefania de Cola, Mariano Nieddu e Lorenzo Praticò
Musiche originali: Luigi Polimeni
Scenografia: Aldo Zucco

Spine – Tre solitudini, tre solitudini mischiate alla pena. In una locanda, la locanda in cui Cassio perse la testa e l’incarico di luogotenente (loro dicono), tre personaggi-testimoni attraversano la storia di Otello, misurandola con le loro ambizioni-desideri-frustrazioni.
Un girotondo di perdenti. Triangolo di solitudini, in un rettangolo di storia. Personaggi che sembrano fantasmi: si muovono come le foglie degli alberi di notte. Un racconto a più voci, intessuto di urla gridate sottovoce.
Magdalena e Lucio, come pietre incastrate nella locanda che gli appartiene, e con loro il Becchino, incarnano questo triangolo che assume di volta in volta forme diverse, con distanze che si avvicinano e si allontanano, ma con vertici che non potranno mai toccarsi.

“Uno spettacolo maturo che ha visto in scena tre formidabili attori, Stefania De Cola, Mariano Nieddu, Lorenzo Praticò, in una sorta di meta-teatro, un loop narrativo imperniato sulla grande tragedia shakespeariana, la storia di Otello, Desdemona e Jago. Sulle scene di Aldo Zucco e le musiche di Luigi Polimeni, i tre personaggi, in una locanda povera e senza avventori, sono costretti in un triangolo senza vie di uscita, i toni della farsa sapientemente calibrati per svelare a poco a poco quella che invece si presenta come la più terribile delle tragedie, perché non ha risoluzione né perdono.” Citynow.it

Foto Angelo Maggio